Sentiero Frassati delle Marche - Idea Stampa
LE MOTIVAZIONI
di Giorgio Roberti

Se c'è un'estetica delle montagne essa attiene ad un "tutto" integrato, ma anche, singolarmente, al carattere alpestre dei sentieri, al sentimento dell'orrido (forre, pareti calcaree...) al senso di serenità che ispirano le praterie delle gobbe sommatali, alla maestosità dei boschi, agli aspetti stagionali ricchi di varianti flogistiche e faunistiche.
Tuttavia, come per l'arte, il "saper vedere", anche nel caso dell'ambiente montano, nasce da una familiarità che si acquista con una curiosità che nel tempo diventa conoscenza, un sapere che ci viene regalato passo dopo passo, e che ognuno di noi può ricondurre alla sua visione del mondo, laica o religiosa che sia: scientifica l'una, ascetica l'altra.
Ci sono montagne, tuttavia, che si prestano più di altre per esperienze coinvolgenti, dove gli elementi naturali sono certamente forti, ma che servono per meglio capire il rapporto ormai indissolubile con le architetture delle comunità monastiche, dell'uomo in preghiera che si è ritirato fin quassù per sentirsi in maggiore comunione con Dio.
Il monte Catria è certamente uno di questi luoghi speciali e forse il carattere di profonde solitudini che ancora si oggi si percepisce - nonostante le strade, i tagli indiscriminati delle faggete - deriva proprio dal monachesimo che con le sue esigenze l'ha profondamente plasmato.

Una breve premessa con questo taglio può servire ad introdurre questa proposta escursionistica e le motivazioni da cui essa nasce: la prima tenderà a dimostrare come in certi contesti ambientali l'andare a mezza costa presenti aspetti inconsueti rispetto all'andare per direttissima e lasci dentro l'animo forti sensazioni che - è il caso del monte Catria - derivano dalla maggiore complessità dei paesaggi, di una orografia più tormentata e d'una natura più selvaggia; la seconda cerca di realizzare un percorso che si estenda tra gole e forre, boschi e prati, romitori ed eremi in un paesaggio alpestre di rara bellezza, dove possa essere possibile cogliere la presenza del divino nell'eterno vivere, morire e rinascere delle stagioni, dove ci si possa sentire parte del creato ed umili fruitori della natura. Un sentiero cioè che contenga gran parte delle direttive che il C.A.I. ha fornito per realizzare i "Sentieri Frassati".

Trovare, insomma, una forte motivazione nell'andar per monti, non solo il bisogno di eliminare tossine o bruciare calorie, ma anche la necessità di riflettere sul senso da dare alla nostra vita, affrontando la montagna ad occhi aperti, e cercandone da soli o con gli altri i suoi segreti, avendo in cambio il dono dell'amicizia, che nasce dalle cose fatte insieme, ed una maggiore maturità ad affrontare i problemi che il vivere quotidiano presenta; maturità che nasce dalla capacità di affrontare con serenità le difficoltà che la montagna pone.

Ad una prima idea di un sentiero quasi alpinistico ne è seguita, quindi, una che, ricollegando tra loro i cosiddetti "luoghi persi" o solitari, li presentasse in un contesto dove fosse possibile cercare di capire l'esperienza dei mistici, le loro solitudini o il loro essere, attraverso la natura, con Dio.

Frassati sulle montagne teso "verso l'alto" per raggiungere, attraverso la contemplazione delle bellezze che continuamente gli si aprivano, la contemplazione delle bellezze di Dio; noi sulle nostre montagne con la speranza di fare altrettanto, ma più modestamente di trovare una dimensione più umana, più intima, più immersa nella natura, più partecipe del creato, più consapevole che la vita deve essere giocata altrove. Messaggio difficile in un mondo dove anche la spiritualità diventa un fatto individuale e dove anche il rapporto con l'ambiente si basa sul consumo. Ecco perché, al di là delle proprie convinzioni, riappropriarsi dei messaggi che ci vengono da queste grandi figure di soci del nostro sodalizio (perché non ricordare Guido Rossa - ucciso dalle B.R. - e la travolgente carica umana da lui acquisita nell'arrampicare e trasferita nel sociale?) è estremamente importante e di grande attualità: andar per monti, salire in alto, scendere nelle forre, arrampicarsi su ripide pareti, ricercare la presenza dell'uomo e del rapporto dell'uomo con la natura, dell'uomo con Dio, provare il piacere delle cose fatte insieme può temprare gli animi e forgiare nuove coscienze.

Possono i nostri sentieri tanto? Può un sentiero semplicemente titolato permettere di raggiungere questi risultati? Certamente no! Ma continuare a cercare qualcosa di più nelle nostre escursioni, magari meditando e riflettendo sui messaggi "forti" che provengono da figure come Pier Giorgio Frassati, può riportare dentro il sodalizio qualcosa che in questi ultimi anni si è perso.

Fatte queste premesse, che tralasciano volutamente l'indiscusso valore storico culturale dei luoghi e degli edifici, spero che così si giustifichi la realizzazione del "Sentiero Frassati" sul monte Catria.