Sentiero Frassati Internazionale di Pollone - Percorso Stampa
IL PERCORSO
a cura di Leonardo Gianinetto

ITINERARIO COMPLETO: POLLONE - MUANDA (Poggio Pier Giorgio Frassati)
Tempo di percorrenza: andata ore 4.35; ritorno ore 3.30
Dislivello: m 1.422
Difficoltà: E (escursionistico)
Segnaletica: targhette rosso-bianco-rosso e segnavia D41

1° TRATTO: CIMITERO - PIAZZA SAN ROCCO
Tempo di percorrenza: andata ore 0.25; ritorno ore 0.20
Dislivello: m 80
Tipologia percorso: interamente su strada
Difficoltà: T (turistico facile)

2° TRATTO: PIAZZA SAN ROCCO - TRACCIOLINO (ripetitore)
Tempo di percorrenza: andata ore 2.25; ritorno ore 2.00
Dislivello: m. 830
Tipologia percorso: strada; sentiero
Difficoltà: E (escursionistico)

3° TRATTO: TRACCIOLINO - MUANDA (Poggio Pier Giorgio Frassati)
Tempo di percorrenza: andata ore 2.25; ritorno ore 2.00
Dislivello: m. 830
Tipologia percorso: strada; sentiero
Difficoltà: E (escursionistico)

VARIANTE RITORNO: MUANDA - SANTUARIO DI OROPA
Tempo di percorrenza: ore 2.00
Dislivello: m 800 in discesa
Tipologia percorso: sentiero
Difficoltà: E escursionistico
Segnavia: D2 - D33 - D11

Descrizione del primo tratto
Uscendo, attraverso il cancello che guarda verso i monti, dal Cimitero di Pollone (m 540), dove trovasi la tomba gentilizia della famiglia Frassati, ci si incammina verso sinistra sulla via Cangio, e, avendo a lato destro il panorama sulla collina della Burcina con il parco Piacenza, la si segue, trascurando a sinistra la via San Fabiano. Poco oltre la strada - sin qui asfaltata - fa una curva ad angolo retto e, con pavimentazione a cubetti, si inoltra tra vecchie case, alcune delle quali hanno grosse pietre di fondazione che sporgono dal vivo della muratura. Uno di questi pietrosi, molto alto, è stato scalpellato quasi a costituire comodo, ma duro sedile...
Sul lato sinistro si incontra un tabernacolo o pilone religioso con la Madonna d'Oropa, poi si passa sul retro di una chiesetta che si affaccia con il suo portico sulla piazza Madonnetta (tangente alla via Cangio) caratterizzata - sul lato a levante - da un bel fabbricato ed ornata, sul lato a monte, da una fontana. Uscendo dalla piazza, dopo aver notato, verso monte, il campanile di altra chiesa della frazione Cangio, si lascia la via sin qui percorsa, inoltrandosi, a sinistra, nella via Vecchia - aperta tra vecchie case e muri di recinzione - anche questa cubettata tranne l'ultimo pezzo che si immette sulla via San Sebastiano che subito si lascia per incamminarsi, verso sinistra, sulla via Senatore Frassati, asfaltata, che prosegue tra muri di pietrame recingenti le proprietà fondiarie, sino ad immettersi nella via Pier Giorgio Frassati nel punto ove trovasi il monumento al senatore Alfredo Frassati, con adiacenti alcuni sedili in pietra. Sul ramo di destra, cioè verso monte, della via Pier Giorgio Frassati che corre tra recinzioni in rete metalliche o siepi naturali a sinistra e tra muri di recinzione in pietrame a destra, si prosegue il cammino, osservando, in una spaccatura del muro di cinta costituente quivi rientranza verdeggiante per l'alta siepe, una vasca rettangolare da fontana in pietra (in dialetto "pila") recante la data "1772" addossata ad una stele, piuttosto alta, in pietra su cui è inciso: "Pier Giorgio Frassati / Non spoglia di recisi fiori / è la tua morte / da fonte viva irradia germogli / e spande luce". In questo tratto di cammino, ove la vegetazione lo permette, verso sinistra si può vedere, in alto, sul pendio verdeggiante della montagna, il rettangolo chiaro del ripetitore televisivo collocato poco sopra il tracciolino, punto di riferimento dell'inizio del terzo tronco o tratto del sentiero "P. G. Frassati" (questo pannello ripetitore, con il sole del mattino spicca nitidamente sul verde dei pascoli della Manda), e verso destra la villa - almeno la parte alta o primo piano - ove abitò il Beato Pier Giorgio Frassati. Poco oltre si vedrà il grande cancello d'ingresso del giardino che circonda la villa Frassati. Passati oltre il cancello. Ed ignorata la strada che svolta a sinistra (tra i cartelli stradali spicca quello che indica la circonvallazione per Sordevolo) noi proseguiamo lungo la via Pier Giorgio Frassati che ora corre tra case di abitazione e termina nel T formato dall'incontro con la via Caduti per la libertà. Costituisce sfondo della via Pier Giorgio Frassati il muro laterale del Municipio che sfoggia lo stemma municipale con la scritta "Polloni emblematis usus". Giriamo verso destra osservando a sinistra la scaletta che sale alla piazza superiore su cui si affaccia il Municipio, l'altissima stele in pietra con i nomi dei caduti per la patria e la scuola elementare "Dott. Cav. Pietro Frassati", superiamo (a sinistra) l'inizio della via De Agostani, passiamo sul ponte che valica il torrente Oremo (e, in basso, sulla riva destra orografica possiamo notare il tetto del vecchio lavatoio pubblico), sottopassiamo la galleria ornata da due fiorite finestre che - scavalcando la via - collega i fabbricati eretti sui due lati della strada, e giungiamo in piazza San Rocco, ove ha inizio il secondo tratto del sentiero.

Descrizione del secondo tratto
Dalla piazza, anzi piazzale-giardino in cui sono evidenti i due pannelli illustrativi della "Grande Traversata del Biellese" e del "Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati", si percorre in salita la strada asfaltata che inizia sulla sinistra, cioè la via Bozzalla, tra recinzioni di ville, sino al primo incrocio evidenziato da un pilone cappelletta sulla destra. Qui si deve girare a sinistra infilando un passaggio pedonale (percorribile dai pedoni malgrado sia contrassegnato da cartello "proprietà privata") e presso il quale si possono osservare due macine da mulino sovrapposte. Questo passaggio si apre tra l'incassato torrente Oremo a sinistra e, a destra, il fabbricato dell'antico mulino sul cui muro di facciata è dipinta una meridiana del 1857 "fatta da Delleani Paolo" e la classica dicitura "di ferro lo stelo, d'oro le ore". Si attraversa il ponte in ferro, poi... si cammina sulle rovine dell'antico sentiero asportato dal nubifragio del 5 giugno 2002 che tanti danni ha arrecato nel Biellese. Poco più d'un centinaio di metri, poi, dopo una curva a destra, nuovamente l'asfalto tra muri di recinzione a sinistra e reti a destra percorrendo la via Molinetto che si immette nella via De Agostini all'altezza della Palestra "Colonnetti". Si prosegue diritto, attraversando un quadrivio, ove alla sinistra si può notare un fabbricato ornato da finestre con contorni e fregi lavorati con mattoni a vista, poi, seguendo la strada via Billotti, si volta a destra per immettersi, dopo una ventina di passi circa, nel vicolo Delleani che si apre amano sinistra e si percorre avendo a sinistra recinzioni con rete metallica ed a destra muri in pietrame, così costeggiando la villa Lorenzo Delleani, sino a sfociare nella via Lorenzo Delleani, di cui si percorre in salita il ramo di destra, sino ad immettersi in una rustica piazza oblunga avente a sinistra alcuni fabbricati civili ed a destra un basso fabbricato con tetto a capanna, su cui si aprono box per auto con portoni in lamiera. In fondo alla piazza, nei pressi di una villetta, con svolta a destra inizia un vero sentiero montano che, in salita, zigzagando sul pendio della collina, sale alla chiesa di San Barnaba, di cui si costeggia il fianco destro per aggirare questo oratorio. Qui, fissata su un basso tondeggiante roccione, trovasi la prima delle targhe - volute dal Rev. Don Marchi - che ornano il sentiero Frassati ed invitano il pellegrino alla meditazione. Sul retro, con doppia deviazione, a sinistra prima, a destra dopo, si prosegue tra alberi sino ad uscire sulla strada sterrata conosciuta come via delle Piane, incamminandoci sul ramo di destra (alla sinistra, tra gli alberi appare ben evidente la visione dei pendii della Muanda) sino ad incrociare la via De Agostini, nei pressi di una cappelletta, quasi nascosta dalla vegetazione. Su questa via, strada asfaltata in salita, si prosegue verso monte (sul ramo di sinistra) incontrando prima la cappelletta Mersi, poi il casotto dell'acquedotto sino al termine dell'asfalto, ove trovasi un quadrivio. Da destra proviene la GTB ("Grande Traversata del Biellese"), segnata dai caratteristici paletti con manicotto giallo portante il codice segnavia della CASB e la sigla GTB nel cappello direzionale. Si prosegue secondo la direzione di provenienza, prima lungo la sterrata segnata pure dal paletto GTB a sinistra e targhetta D41 a destra, poi sul sentiero tra muretti oppure, passando sul pascolo per evitare il tratto invaso dai rovi, ignorare ogni deviazione a destra o a sinistra osservando piuttosto, a destra, l'ondulazione pascolava aperta sul bel panorama - forse uno dei tanti dipinti da Lorenzo Delleani - su cui si erge una stele votiva. Superato un segnavia GTB su roccia, si prosegue sino ad un palo metallico dell'ENEL presso un cascinale. Qui la GTB prosegue passando dietro la cascina, mentre il "sentiero Frassati" (D41) aggira il palo ENEL con tornante a destra, sale per valicare un poco accentuato crinale e prosegue, prima scendendo poi salendo attraverso un pascolo, alla cascina Maremola - costruita nel 1808 - poi rientra nel bosco e passa dietro ai ruderi di un'altra cascina e con un percorso tortuoso, oggi su tracce, sempre ben segnato dalle targhette rosso-bianco-rosso apposte su piante od ometti di pietra, fatta una conversione e risalito un breve ma ripido pendio, prima di entrare nel bosco, ritorna ad essere ben evidente. Uscendo dal bosco si costeggiano, più o meno distanziati, prima un muretto a secco sovrastato da un pianoro tenuto a pascolo dalla cascina sovrastante, poi i filari di alberi per salire il pendio sino a raggiungere il Tracciolino nei pressi del Pian Colombaro (quota indicativa m 1.120) a valle dell'evidente ripetitore radio-telefonico. Qui inizia il terzo tratto, che si sviluppa sulla dorsale della Muanda, e qui si può pervenire in automobile da Oropa.

Descrizione del terzo tratto
E', questo, il tratto che consigliamo a chi non si sentisse di affrontare la lunghezza dell'intero "Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati". La prima parte può essere percorsa sull'antica mulattiera oppure sulla strada interpoderale intersecata dal sentiero, sin nei pressi della cascina Alpetto (m 1.484), ove ci si immette su sentiero o su tracce per raggiungere un colle a 1.760 m e poi, superando l'ultimo tratto di dislivello su ampie praterie, si prosegue sino al Poggio Pier Giorgio Frassati (m 1.962) - dal quale si vede tutto il complesso del Santuario di Oropa - punto ideale di arrivo del sentiero, dove è stato allestito un altare di roccia. Da qui gli escursionisti-alpinisti più esperti possono proseguire la salita lungo il sentiero D2 (che sale dal Favaro) sino alla cima del Mucrone (m 2.335) e da lì scendere, lungo il sentiero D24, alla Bocchetta del Lago (m 2.026) e al Lago del Mucrone (m 1.902), proseguendo poi per Oropa o in funivia oppure a piedi percorrendo i sentieri D13 e D10. Chi volesse, invece, scendere ad Oropa direttamente dal Poggio Pier Giorgio Frassati - ove è eretto l'altare, oggi arricchito di una croce e di un bassorilievo con il volto del Beato - proseguirà verso monte, sulla dorsale spartiacque, per poco più di un centinaio di metri, sino ad un colletto appena accennato (non indicato sulle carte, ma denominato dai locali colle Deiro Rosso), evidenziato da un palo segnavia: qui si gira verso destra, in discesa, percorrendo il sentiero D2, incassato tra la bassa vegetazione, che scende alla cascina Mora. Qui occorre fare attenzione: a mano sinistra della cascina mora inizia il sentiero D33 che, dopo aver toccato il lago Mora, all'altezza dell'Alpe Pian di Gè si immette nel ramo destro, quello in discesa, del sentiero D11, che a sua volta - dopo aver incontrato il bivio ove ha inizio il sentiero D12 (che noi trascureremo perché ci riporterebbe in direzione della zona della dorsale della Muanda) - scende verso Oropa toccando la Cappella Paradiso, che domina la conca Oropea. Da qui si arriva alla porta di ponente del Santuario se ci si avvia lungo la strada o viale della Via Crucis, ornata da targhe bronzee raffiguranti le diverse Stazioni di questa particolare devozione.