Sentiero Frassati del Veneto - Percorso Stampa
IL PERCORSO
a cura di Italo Zandonella Callegher e Mario Fait

1a TAPPA: DANTA (m 1398) - SAPPADA (m 1225)
PERCORSO: Danta - Strada del Centenaro - Santo Stefano - Campolongo - Passo della Digola - Sappàda (Km 16,2)
Dislivello: in salita m 766; in discesa m 939
Tempo di percorrenza: 6-7 ore
Difficoltà: E (escursionistico)
Segnaletica: segnavia CAI 313

2a TAPPA
: SAPPADA (m 1225) - COSTA D'ÀNTOLA (m 1332)
PERCORSO: Sappàda - "Sentiero Naturalistico Piave" - Piani del Cristo - Passo del Roccolo - (Rif. Sorgenti del Piave) - Costa d'Àntola di Visdende (Km 16,5)
Dislivello: in salita m 605; in discesa m 498
Tempo di percorrenza: 7 ore
Difficoltà: EE (escursionistico per esperti, per via della durata)
Segnaletica: segnavia CAI 132 - 136 - 133 - 137

3a TAPPA: COSTA D'ÀNTOLA (m 1332) - SAN PIETRO (m 1039)
PERCORSO: Costa d'Àntola - Pra Marino e Madonna della Neve - Forcella Zovo - Col di Tamber - San Pietro (Km 12,8)
Dislivello: in salita m 321; in discesa m 614
Tempo di percorrenza: 6 ore
Difficoltà: E (escursionistico)
Segnaletica: segnavia CAI 158 - stradine

4a TAPPA: SAN PIETRO (m 1039) - PÀDOLA (m 1218)
PERCORSO: San Pietro - Costalta - Costalissòio - Costa - San Nicolò - Gera - Sopalù - Candìde - Dosolédo - Mulin d' Bertu - Pàdola (Km 20)
Dislivello: in salita m 686; in discesa m 507
Tempo di percorrenza: 8 ore
Difficoltà: EE (escursionistico per esperti, per via della durata)
Segnaletica: strada provinciale in gran parte

5a TAPPA: PÀDOLA (m 1218) - SELVAPIANA (m 1568)
PERCORSO: Pàdola - Sentiero delle vasche di Ciamóra - Acqua Puzza - Valgrande - Campotrondo - Sentiero 171 del Rìsena - Selvapiana (Km 8,1)
Dislivello: in salita m 391; in discesa m 410
Tempo di percorrenza: 4 ore
Difficoltà: T (turistico/facile)
Segnaletica: segnavia CAI 151 - 171

6a TAPPA: SELVAPIANA (m 1568) - DANTA (m 1398)
PERCORSO: Selvapiana, Rifugio Lunelli - Lago Ciadìn - Casèra e Lago Aiàrnola - Sant'Anna - Bus del Romito - Danta (Km 14)
Dislivello: in salita m 276; in discesa m 446
Tempo di percorrenza: 8 ore
Difficoltà: EE (escursionistico per esperti, per via della durata)
Segnaletica: segnavia CAI 151 - 164 162

Descrizione del percorso
Per una dettagliata illustrazione del percorso, con ampi approfondimenti storici, antropologici, botanici e geologici, rinviamo al bel libro di Mario Fait e Italo Zandonella Callegher "Il Sentiero Frassati del Veneto in Comèlico e Sappàda" (con contributi di Walter De Rigo, Antonello Sica, Roberto De Martin, Achille Carbogno, Cesare Lasén, Ugo Scortegagna, Piergiorgio Cesco-Frare), Sezione CAI Valcomelico, 2001.
Da questo volume traiamo, in via esemplificativa, la descrizione della prima tappa.
Dalla piazzetta antistante la Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano a Danta di Cadore (1398 m) si segue la strada asfaltata verso ovest passando davanti al Municipio. Alta sul colle, domina la Chiesa di Santa Barbara (1437 m). Di fronte sta la mole dell'Aiàrnola, più lontano si erge superbo il Gruppo delle Marmaròle. Qua e là si scorgono modesti, ma significativi segni di fede. Ben presto si incontra un bivio con indicazioni per Ciaculla-Col Piédo. Si scende a sinistra verso la vicina discarica che resta a lato. Siamo sull'antica Strada del Centenaro e sullo sfondo, verso sud, appare un elegantissimo Monte Crìssin. Presto finisce l'asfalto e la stradina si fa ghiaiosa incontrando un altro bivio dal quale si continua diritti, trascurando la diramazione che sale a sinistra(si potrebbe qui giungere direttamente da Danta, ma è molto più ripido). A lato del torrentello che presto si incontra, affluente del Rio Màuria, affiorano interessanti strati di arenaria rossa. Poco oltre fa bella mostra di sé un fienile tipico a cui segue un altro ben ristrutturato.
Giunti al bivio con il sentiero che scende da Danta (per il Col o Costa dei Morte), si incontra un capitello dedicato a Sant'Antonio da Padova con una veduta mozzafiato sui vicini Crìssin, Pupéra-Valgrande, Brentóni. Appare, in basso, il centro di Santo Stefano di Cadore.
Ora la strada ritorna asfaltata, passa il capitello di Santa Rita da Cascia e raggiunge la piana di Santo Stefano (908 m) presso il ponte sul Pàdola. Continuando a destra si raggiunge in breve il Cimitero militare; passando il ponte, invece, si entra nel centro del paese, sulla piazza prospiciente l'antica Chiesa pievanale. Fin qui circa ore 1 e 30 da Danta.
Passato il ponte si raggiunge l'antica Tardàga (Transacqua sulle carte) e si prosegue costeggiando il Piave che scende da est. Di fronte, sulla sinistra, appare la Cresta del Ferro nel gruppo del Rinaldo. La strada sterrata e comoda raggiunge in breve il Camping Comelico (possibilità di tappa) e il capitello Regina della pace dell'ANA di Campolongo. Una centrale elettrica disturba un po' il paesaggio... Sfilano alcune case moderne. Una bella rapida del Piave attira l'attenzione proprio mentre si entra nel ridente villaggio di Campolongo di Cadore (940 m), un po' più a sud della stupenda chiesa del Segusini dedicata ai Santi Filippo e Giacomo.
Una fontana, una casa con Crocifisso, alcuni rustici, danno il benvenuto. Raggiunta l'arteria principale (via Frisón, Strada provinciale 465), la si segue verso destra (sud est), leggermente salendo fra le case. Al termine del paese, venti metri dopo il capitello di Sant'Anna, si diparte sulla sinistra una mulattiera (segnavia CAI 313) che sale decisa, a tratti ripida e un po' sconnessa, verso il Passo della Dìgola.
Questo tratto è forse il più "moderatamente" faticoso del "Sentiero Trassati", ma non è privo di grandi bellezze paesaggistiche ed ambientali. Ciò, unito al fatto che trattasi in definitiva di una stradina senza alcuna difficoltà tecnica, farà ben sopportare il dislivello. Raggiunto il Tabià Ronco del Pòpo (1394 m) che sta un po' discosto, la via diventa più accettabile. L'incontro con un ruscello e una fontanella ricavata da un tronco d'albero riporta il sorriso. Ora si entra in una stradina comoda che passa per il pascolo del Tabià della Dìgola (1652 m) dove fanno bella mostra alcune fontane scavate nei tronchi d'albero (nel dialetto locale = le salére). Per terreno argilloso che caratterizza questa zona si giunge in breve alla bella distesa prativa del passo della Dìgola (1674 m) situato tra i potenti spalti rocciosi della Tèrza Media a sud e della Tèrza Piccola a nord. Si vedono benissimo, vicini, le Marmaròle ed il Popèra, gruppi giganteschi quanto selvaggi e l'Antelao che sfodera tutta la sua regalità. Poi tante altre cime, quasi dominanti la verde distesa di prati e di boschi che circonda Data.
Il sentiero 313 continua verso est divallando sul rinomato e lussureggiante Bosco della Dìgola, ormai sul versante di Sappàda. Nei pressi della fatiscente casèra Tämer di dentro (1650 m) si può prendere sia la stradina forestale a destra, più comoda ma più noiosa, che il vecchio sentiero 313 che passa per i ruderi della casèra Tämer di fuori (1663 m). Essi nuovamente si incontrano a quota 1350. Qui giunti, seguendo la stradina sterrata, si scende sempre nel bosco fino al Piave. Poco prima di questo, sotto un albero, si scorge un Crocifisso, quindi si passa il Piave su un doppio ponte di legno raggiungendo, oltre uno spiazzo, una carrareccia che si segue ripidamente fino alla borgata Lerpa (1225 m), la prima delle tante, la più occidentale dell'ampia vallata di Sappàda.
Seguendo sulla destra la Statale 355, lungo la quale si distendono le prime suggestive borgate che compongono Sappàda, si giunge alla grande chiesa parrocchiale di Santa Margherita dove termina la prima tappa del "Sentiero Frassati del Veneto in Comelico e Sappàda".