Partiamo dalla piazza della frazione Villa di Traves (628 m) - dove si trovano la Chiesa parrocchiale e il Municipio - e dopo circa duecento metri prendiamo sulla destra una mulattiera (evidenziata con cartelli in legno e segni rossi) che ci porta, in breve, ad immergerci in un fresco bosco di latifoglie costeggiando il rio Piave. Con moderata pendenza e ampie svolte la mulattiera ci fa arrivare in mezz’ora sui prati di Pian Bracon: il pianoro è parzialmente ricoperto da un boschetto di betulle all’ombra delle quali si trovano alcuni tavoli e delle panche.
Proseguendo lungo l’ampio ed evidente sentiero, in prossimità di un pilone votivo prendiamo a destra. Il tracciato sale serpeggiando con pendenza costante in un silenzioso bosco di conifere, offrendoci spettacolari colpi d’occhio: in basso ammiriamo la piazza e la chiesa di Traves, di fronte il Santuario di Sant’Ignazio e verso SO il selvaggio crestone di Bramafam e l’Uja di Calcante.
Ad una successiva biforcazione proseguiamo sempre diritto; la mulattiera, ora più ripida, contorna la cima del Toro rituffandosi, poco più avanti, nel fresco bosco che ricopre il Pian delle Draie. Sul pianoro si intravedono tra la vegetazione i resti di antichi scavi di miniere a cielo aperto e non è raro scorgere tra i rami degli alberi il rapido e furtivo movimento dello scoiattolo. Sui fianchi della montagna, in primavera, fanno eco il martellante lavoro del picchio ed il canto del cuculo, mentre in cielo capita spesso di osservare il rapace volteggio dell’aquila in caccia.
Dal Pian delle Draie procediamo lungo l’evidente sentiero; ad un bivio proseguiamo diritto seguendo il tracciato in leggera discesa che, infine, s’inerpica verso una caratteristica forcella.
Scese poche decine di metri arriviamo nel luogo sul quale è scritta la storia dell’attività estrattiva che per ben cinque secoli ha condizionato la vita della bassa Valle di Lanzo: le miniere d’oro abbandonate. Buchi e caverne, scavati nella roccia, sono oggi in parte nascosti dalla vegetazione; ben visibili sono invece quelli immediatamente sotto il sentiero. Qui la credenza popolare voleva ci fossero giacimenti d’oro; in realtà dalle pendici del Calcante si estrasse solo ferro, un po’ di rame, nichelio e piombo.
Dalle miniere il percorso prosegue quasi pianeggiante per un buon tratto, fino all’attraversamento del rio Ordagna; dopo il guado il sentiero s’inerpica ripido fino alla meta di Colle Prà Lorenzo (1372 m).
Libro del Sentiero
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