Il “Sentiero Frassati” della Campania (segnavia CAI 601) si sviluppa a Sala Consilina, sui Monti della Maddalena, in un’area – quella del Vallo di Diano – appartenente all’antica Lucania.
L’avvio è incantevole: si parte, infatti, in località San Giovanni in Fonte (478 m), da un Battistero – quello paleocristiano di Marcellianum – pressoché unico al mondo per essere impiantato direttamente su una sorgente d’acqua, talché la suggestione del rito battesimale per immersione faceva esclamare a Cassiodoro: “Anche la Lucania ha il suo Giordano!”.
Incamminatici in direzione di Sala lungo un primo tratto un tempo attrezzato anche per persone in carrozzella, in circa mezz’ora raggiungiamo i ruderi del monastero di Sant’Angelo in Fonti (XIV sec.). Poco più avanti si trova una spelonca (quota 560 m) da cui ebbe inizio quel culto micaelico che più tardi si sarebbe sviluppato nel pieno della luce del colle della Balzata. Lo raggiungiamo in circa due ore e mezzo percorrendo da ultimo un dolce sentiero a serpentina che – evitando i tornanti asfaltati – ha ridato il gusto di salire al Santuario di San Michele (986 m) calpestando la nuda terra. L’immagine più antica dell’Arcangelo – forse di mano cinquecentesca – è affrescata nell’abside dell’originario “Cappellino”, inglobato poi – nel XVIII secolo – dall’attuale santuario. La bella statua lignea (1832) dimora in cima al monte dall’8 maggio al 29 settembre.
Dal panoramico piazzale antistante il santuario intravediamo a nord la Cappella della Madonna di Sito Alto, dove il sentiero, in gran parte ombreggiato, ci conduce in tre ore, dopo aver aggirato il monte Schiavo. Quassù, a 1467 metri, la pietà popolare da tempo immemore onora la Vergine (la Marònna ri la Sit’Auta) in un’umile cappella che custodisce una statua in pietra della Vergine col Bambino. Fuori lo sguardo spazia sull’orizzonte a 360 gradi, sicché alle cime del Sirino e del Cervati – già ammirate da San Michele - si aggiungono quelle degli Alburni, dei Picentini e poi, nuovamente verso la Lucania, dei complessi montuosi del Vulture, dell’Arioso-Pierfaone e del Volturino (ma nelle giornate terse si vedranno anche le calabre vette del Pollino e dell’Orsomarso!).
Ritornando sui nostri passi, a un quarto d’ora dalla Cappella incrociamo il “Sentiero dei Pellegrini” (segnavia CAI 602), lungo il quale – da pochi anni solitamente il 2 giugno (mentre “ab antiquo” il primo martedì dopo Pentecoste) – viene salita sul monte un’effigie lignea della Madonna. È un sentiero storico che in due ore e mezzo ci porta nel centro del paese (614 m), passando per il Calvario, per l’ombreggiatissimo Vallone di Cervara, e infine per il Castello (819 m), d’origine normanna.
Altra alternativa per la discesa da Sito Alto è l’imboccare, in prossimità della statua del Redentore prossima alla cima, il “Sentiero Giorgino Garone” (segnavia CAI 603) – dedicato al custode per 75 anni del santuario mariano – che con una direttissima di poco più di due ore ci conduce al Polo Culturale Cappuccini (591 m), ad una decina di minuti a piedi dal centro del paese.
Partecipo ininterrottamente dal 2013 all'annuale appuntamento, organizzato da AC di Teggiano Policastro e CAI sezione di Salerno, che vede i giovani dell'Azione Cattolica percorrere il sentiero Frassati di Sala Consilina con entusiasmo che ogni volta si rinnova. Traggo da loro energie, gioia condivisa, per affrontare insieme il percorso, che diventa così un tratto di vita convissuta. Rivedo sempre con piacere i luoghi, le persone, cui ormai mi lega un affetto particolare. Rivivo ogni anno la dolce emozione di sostare, come indegno pellegrino micaelico, nel santuario dell'Arcangelo, l'ascesa fino a Sito Alto, dove non manca un commosso ricordo di Giorgio Garone, custode della chiesetta, che ci aspettava e mi accoglieva con paterno affetto. Il nostro caro beato Pier Giorgio, presto santo, incarnazione dell'amore verso il prossimo, ci conduca sempre sulla via del bene.