Sentiero Frassati della Lombardia

Dove Còrteno Golgi (BS) – Aprìca (SO)
Durata A/R h 6.30
Dislivello 900 m
Difficolta E (Escursionistico)
Inaugurazione 24 agosto 2008

Il Sentiero Frassati della Lombardia inizia dal borgo di Sant’Antonio di Córteno Golgi (1127 m), dove la valle di Campovecchio si congiunge con la Val Brandet, e raggiunge la chiesetta dedicata a San Carlo Borromeo presso il rifugio Valtellina di Aprìca (1920 m). A Córteno Golgi, in un’antica “Villa Alpina”, divenuta poi casa per seminaristi della diocesi di Brescia, si trovano ancora ricordi e immagini della vecchia intitolazione, proprio a Pier Giorgio.

S’incontrano, da subito, i segni del passato di queste montagne: cunette di scolo, antichi muri a secco, ruderi sopraffatti dalla forza del bosco. Passando dalla misteriosa Busa di Pagà (1250 m), si vede l’intera Val Brandet. Si arriva alle malghe Savrone Basso e a Premàlt, superando i 1500 m. Ci si immerge tra le conifere, verso il roccolo Giacometti, prima di affrontare la salita che porta al punto più alto del sentiero.

S’intravede il passo dell’Aprìca, la cima del monte Padrio e, innevato e splendente, il gruppo dell’Ortles-Cevedale e, appena avanti, le cime sorelle del Telenek, Nembra, Sellero, Borga e Sessa. Il sentiero è ampio e pulito: è questo il tratto dove ci si affaccia ad improvvise balconate sulla valle e sulla testata di Campovecchio. Ancora uno sforzo e, prima che il respiro si trasformi in affanno, ecco, superati i 2000 metri di altitudine, lo Zappello dell’Asino. Qui si è circondati da cime maestose, come nella leggenda legata alla visita di Carlo Borromeo in Valtellina nel 1580. Quella storia racconta che il Santo, raggiunto il Passo dell’Aprìca, avrebbe udito un coro angelico: guardandosi attorno fu colpito dallo spettacolo della natura che lo circondava, uno spettacolo che parla della gloria di Dio e di quanto da Lui creato. Stupito da tanta bellezza, il Santo non avrebbe saputo trattenere un pianto commosso. La prima lacrima caduta sul terreno sarebbe stata l’origine della sorgente di acqua che zampilla ancora dal cuore della terra per conservare la memoria di un pianto suscitato dalla gioia più grande.

Come il Carlo viandante, si ammira una sconfinata teoria di cime: il gruppo dell’Adamello con Aviolo, Adami, Miller, Campanili delle Granate, Baitone e Adamello e il Pian della Neve, le Alpi Orobie Camune e Valtellinesi, la Media e Bassa Valtellina, le Alpi Retiche con Cengalo-Badile, Disgrazia, Malenco, Scalino, Palù, Roseg, Zupò e l’imponente Bernina, il gruppo dell’Ortles-Cevedale, il San Matteo e persino il Monte Rosa. Scendendo in direzione Salina, e con un ultimo tratto pianeggiante, si arriva infine alla chiesetta alpina di San Carlo, accanto al rifugio Cai Valtellina.

I Punti di Timbratura

Campagna Sentieri Frassati

Libro del Sentiero

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  • Affrontato da est a ovest (dalla chiesa di Sant'Antonio di Corteno Golgi alla cappella di San Carlo del Palabione d'Aprica) il tracciato è un tantino faticoso per il dislivello da superare. Come tutte le imprese, grandi e piccole che si affrontano con passione, la pena dell'ascesa viene però ampiamente ricompensata dalla bellezza del viaggio, più ancora che dal raggiungimento della meta. Il paesaggio alpino, infatti, è a tratti superbo e le foto qui pubblicate non gli rendono del tutto giustizia. 

    Fattibile in ogni periodo o quasi (salvo quando in alto ci sono metri di neve) può essere ogni volta una scoperta, proprio in virtù del cambio di stagione e quindi della veste diversa che le valli, i pendii e le vette assumono. A me ha ispirato il desiderio di conoscere più da vicino le montagne tutto intorno e di salire più in alto. Con spirito gioioso e perfino giocoso, ma con la rispettosa coscienza del passato e la curiosità di scoprirne i segni, silenziosamente presenti o nascosti solo da uno strato di muschio.

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Le foto pubblicate sono state scattate nell’arco di vent’anni e pertanto la rappresentazione dei luoghi, in qualche caso, potrebbe non essere del tutto corrispondente a quella attuale.

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