Sentiero Frassati delle Marche

Dove Serra Sant’Abbondio – Frontone – Cagli (PU)
Durata h 13 (solo andata preferibilmente in due tappe)
Dislivello 1236 m salita; 1665 m discesa
Difficolta EE (Escursionistico per esperti) per la lunghezza e per alcuni tratti in forte pendenza
Inaugurazione 27 maggio 2001

Il Sentiero Frassati delle Marche percorre uno dei territori montani tra i più suggestivi della regione. Qui i seguaci di san Romualdo hanno legato la loro spiritualità non solo al profondo senso della natura e della trascendenza che ispirano i luoghi, ma hanno anche “costruito” e curato il territorio.

Il sentiero si snoda per circa 21 km sui fianchi del monte Catria (1701 m) e cerca di far cogliere all’escursionista questo fondo di fede e di ambiente ove la “foresta” non è concepita come luogo di sole tecniche forestali, ma come allegoria che nasce dall’ascolto e dalla contemplazione della natura.

Si parte, non senza averlo prima visitato, dall’austero eremo di Santa Croce di Fonte Avellana (740 m). Il sentiero, ben segnato, guadagna quota velocemente fino al disotto della suggestiva rocca Baiarda (905 m). Da qui si scende, per una bella faggeta, fino alla fonte della Moccicchiosa (700 m) e successivamente al guado del fosso del Cinisco (637 m), al di sotto dei potenti affioramenti calcarei delle balze della Porta. Si prende nuovamente a salire - con un primo tratto in forte pendenza (reso meno faticoso dalle soste necessarie per godere del paesaggio “prealpino” della gola) – fino alla sella di monte Schioppettino (984 m). Una breve digressione sulla vicina e facile cima permette di godere un ampio panorama verso i monti del Furlo e l’Adriatico. Chi lo desidera può scendere (45 min.) all’antico e suggestivo oratorio della Madonna dell’Acqua Nera. Si riprende la salita per comodo sentiero verso il rifugio di Valpiana: attraversando il bel bosco del Mandrale – che nei tratti scoperti presenta paesaggi alpestri – si raggiungono i prati sommitali del Mandrale e infine, dopo breve risalita, la conca di Valpiana (966 m), dove ai margini del bosco si intravede l’omonimo rifugio. I prati fioriti e l’ombrosa faggeta meritano senz’altro una sosta.

Da Valpiana, ormai a metà dell’itinerario, si riprende il cammino su un tratto di sentiero scoperto e assai panoramico. Si prosegue poi nel bosco della Val Canala, su fianchi ripidi ove occorre fare molta attenzione in caso di pioggia o neve. Nella parte alta è presente il faggio, mentre più avanti si incontrano lecci e carpini. Dopo breve risalita, e un ultimo sguardo alle cime del Catria e dell’Acuto, si prosegue sul tratto più aereo del sentiero, per i prati e le creste del Campifobio e del monte Bambino (825 m). Da qui, infine, con bell’affaccio sulla gola del Burano e panoramiche vedute su Cagli – città di pietra – in un susseguirsi di boschi cedui e radure si raggiunge, infine, la chiesa di San Geronzio (284 m).

I Punti di Timbratura

Campagna Sentieri Frassati

Libro del Sentiero

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  • Percorrendo i sentieri del mondo che Giovanni Paolo II aveva tracciata invitando i giovani alle Giornata Mondiali della Gioventù ho incontrato Pier Giorgio Frassati, il giovane delle otto beatitudini. Ma quello che mi ha permesso di diventare amico di questo giovane appassionato della vita è stato percorrere il sentiero Frassati delle Marche. Si conoscono i santi leggendo i libri che ne raccontano la vita oppure i loro scritti. Ma con Pier Giorgio per me l’incontro è stato unico perché l’ho conosciuto percorrendo i sentieri di montagna. Non da solo ma invitando amici a salire e scendere, condividere l’acqua e il pane, ridere e scherzare attraverso le faggete maestose del Catria, con i loro tronchi che assomigliano a colonne corinzie pronte ad accoglierti nei loro archi in qualunque ora del giorno, anche le più calde. Non da solo perché la stanchezza non ci renda incapaci di camminare verso l’altro e verso l’alto e di guardare con fiducia all’alba di un nuovo giorno attraverso le vie tracciate dalle stelle.

    Non da solo ma celebrando l’Eucaristia quando il primo sole fa capolino all’orizzonte guardando dal monte Morcia la striscia che separa il mare Adriatico dal cielo. Tutti questi pensieri mi avvolgono ogni volta che percorro il sentiero Frassati delle Marche che dall’antica città Cagli in località san Geronzio ci porta a Fonte Avellana, millenario monastero camaldolese dove campeggiano i versi di Dante nel XXI Canto del Paradiso, anche lui pellegrino attraverso quei sentieri della vita che ci accomunano in cui a volte “la diritta via” sembra smarrita. Noi camminiamo di notte e attraversandola arriviamo a celebrare l’Eucaristia alle prime luci dell’alba animati da quella speranza che non delude e che Pier Giorgio ci ha testimoniato con la sua giovane vita.

    Francesco

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