Il Sentiero Frassati del Trentino parte dal sagrato dello storico convento francescano di Arco, dove una bacheca illustra l’intero percorso e da dove si scorge in alto il Rifugio San Pietro, meta della prima tappa, ai 974 metri del Monte Calino. La salita fra gli oliveti e poi nel bosco riserva il passaggio dal castello di Tenno e, al Rifugio SAT, un panorama mozzafiato del Lago di Garda e dei monti circostanti.
Scavalcata la sommità del Monte Calino, la seconda tappa porta con un percorso ondulato fino alle baite di San Giovanni al Monte e poi alla zona archeologica di Monte San Martino sull’omonimo dosso che offre una veduta della conca del Lomaso e del Bleggio, culla del movimento cooperativo trentino nell’Ottocento. Per raggiungere la meta di Villa Banale si attraversa la forra del Sarca sul caratteristico ponte di Balandin.
Dalla pieve di Tavodo, sede della Casa di preghiera “Santa Maria Assunta”, la terza tappa – caratterizzata dal richiamo costante dell’acqua e dalla visione delle Dolomiti di Brenta – regala l’incontro con il borgo medioevale di Moline, l’oasi del santuario mariano di Deggia, dedicato alla Beata Vergine Maria di Caravaggio, ed i laghi di Nembia e di Molveno.
Nell’abitato di Molveno sono fra l’altro da visitare la splendida chiesa romanica dedicata al patrono della diocesi Vigilio e la segheria veneziana edificata nel XV secolo in forma cooperativa.
Nella quarta tappa, avviandosi verso Andalo, s’incontra in località Valbiole (1183 m) la “Cima Coppi” del nostro Sentiero Frassati, ovvero il punto più alto; un gioiellino è poi la chiesa di San Tommaso ad Andalo, mentre la salita fino in località Santel porta a godere – ormai nei pressi di Fai della Paganella – di una vista maestosa della Valle dell’Adige e della città di Trento. La discesa per gli stretti tornanti della Val del Rì conduce, infine, a Mezzolombardo, nella Piana Rotaliana dalle ampie distese viticole.
La quinta tappa comincia in salita per raggiungere la Torre di Visione, splendido punto panoramico sulla Val di Non che si percorre d’ora in poi in quota, in sinistra orografica, godendo fino a Vigo di Ton della vista del magnifico Castel Thun.
Anche la sesta tappa s’inoltra in una parte della Valle di Non poco nota anche agli stessi trentini, che raggiunge prima il pascolo rilassante di Malga Vervò e poi il selvaggio canyon della valle del Rio Pongaiola, fino a Tres.
Sono due le soluzioni per affrontare la settima tappa che conduce al santuario di San Romedio: ci si può arrivare attraverso la basilica di Sanzeno – culla dell’evangelizzazione trentina – godendo anche del pittoresco Castel Braghèr e delle bellezze di Coredo, oppure attraverso Smarano e i laghi di Coredo e Tavo: al pittoresco santuario si perviene dall’alto, attraverso un sentiero che lascia ammirare anche sullo sfondo la catena delle Maddalene.
Ho scoperto il “Frassati trentino” percorrendolo la prima volta dodici anni fa e in 100 chilometri mi ha svelato un territorio che non conoscevo, anche se sono trentino. Ringrazio i tracciatori per la varietà degli ambienti (dagli “scalini” sopra il Garda ai laghi sotto il Brenta, dalle viti rotaliane ai meleti nonesi), gli angoli più antropizzati e gli anfratti più selvaggi, le meraviglie dell’ingegno umano (come Castel Thun) e i balconi naturali come la Tor di Visione. Tornandovi ogni anno per la “Camminata Frassati” dei primi di luglio ogni tappa mi ha narrato anche alcuni messaggi dell’esperienza umana di Pier Giorgio che ho potuto rileggere nel silenzio del cammino: dalla scelta dei poveri al gusto della bellezza, dalla ricerca della verità al valore dell’amicizia. Ogni tappa li contiene e li custodisce, lasciando il desiderio di scoprirli ad uno ad uno.