Il Sentiero Frassati dell’Abruzzo è una traversata in posti incantevoli del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, all’interno del distretto delle Grandi Abbazie.
Il percorso ha inizio a Farìndola, davanti al polo scientifico del Parco; da qui, attraversato il centro storico, si scende verso il corso del fiume Tavo, che si risale sulla sinistra orografica fino ad arrivare alle “Cascate del Vitello D’Oro”. Risaliti per un breve tratto sulla strada, si passa davanti alla Trattoria dell’Orso e, attraversata una pineta, si arriva alla valle D’Angri (695 m), dov’è situato l’omonimo rifugio del Cai di Penne.
Da qui, tenendo alla propria sinistra il Tavo – che sorge poco più a monte – ci s’incammina verso la località Case Buoi (786 m), dove il sentiero digrada verso il corso fluviale e, attraversandolo due volte, arriva alle Porte di Fonno. Raggiunto un vecchio rudere della Forestale, si sale verso la piana del Voltigno, che si raggiunge attraverso il valico Vado di Focina (1383 m), dopo essere passati per la fonte San Tommaso (1315 m). Si prosegue verso fonte Cornacchia lungo il lato destro del Voltigno; si costeggia il lago Sfondo (1361 m) e, continuando verso sinistra, si passa intorno alla più grande dolina dell’intero ambiente carsico circostante, che il punto più basso della Piana del Voltigno. Qui il sentiero continua in leggera salita fino a Fonte Aciprano (m 1452), da dove si scorge il rifugio Le Pagliare, gestito anch’esso dal Cai di Penne.
Dopo la località Pietraflora (1638 m) - con panorama sulla piana - si percorre per un breve tratto la strada brecciata che scende verso Villa Santa Lucia degli Abruzzi; in prossimità di un grosso masso sulla sinistra, inizia la salita, non faticosa, che ci porta in vetta al monte Cappucciata (1802 m).
Si scende poi verso Cannatina (1500 m) – dove il Cai di Penne gestisce un altro rifugio - e seguendo il crinale della montagna si arriva a Forca di Penne, dov’è ubicato l’agriturismo Il Fortino. Lasciando sulla sinistra la torre di avvistamento – parzialmente caduta con il terremoto del 6 aprile 2009 – si procede su sterrata fino a Fonte Gelata, dove c’è un campeggio. Da qui il sentiero passa sotto il monte Picca e inizia poi a scendere in un vallone, con il monte La Queglia sulla sinistra.
Si imbocca da ultimo una ben visibile e comoda carrareccia che, attraverso un percorso sempre più bello e panoramico, con le montagne del Parco della Majella di fronte, conduce infine a Pescosansonesco, paese di Nunzio Sulprizio, il giovane operaio vissuto nell’Ottocento, beatificato da Paolo VI nel 1963 e canonizzato da papa Francesco nel 2018.
Libro del Sentiero
Raccontaci la tua esperienza lungo il sentiero (max 2.000 caratteri)
Nessun commento